mercoledì 15 maggio 2024

Recensione: Fidati di me. Kulti


Fidati di me. Kulti
di Mariana Zapata


Editore: Newton Compton
Prezzo cartaceo: 12,90 €
Prezzo ebook: 5,99 € 
Pagine: 480
Tradotto da: Valentina Lombardi, Valentina Legnani

Da piccola, Sal Casillas sapeva chi sarebbe stato l’uomo della sua vita: Reiner Kulti, l’icona del calcio, di cui aveva il poster appeso al muro.
A ventisette anni, però, Sal ha accettato che la realtà prendesse il sopravvento sulle improbabili fantasticherie di un tempo, ormai relegate in un passato lontano. O almeno così credeva, perché Reiner Kulti è appena piombato nella sua vita, e questa volta in carne e ossa o, meglio, in scarpini e fischietto: sarà il nuovo allenatore della sua squadra. Sembra un sogno che si realizza. Eh, già, sembra, perché la tensione tra i due non tarda ad arrivare... ed è tanto travolgente quanto proibita. Giorno dopo giorno, il rapporto tra il mister e la sua giocatrice si trasforma in un estenuante pressing, in cui si alternano rivalità, odio, risate, tregue. Così, tra un battibecco e l’altro, Sal e Reiner vedono nascere tra loro un’amicizia speciale, che si fa via via più appassionata. Entrambi hanno paura di subire un gol, entrambi temono quel che potrebbe succedere se infrangessero le regole... Chi vincerà la partita?





Eccola, è tornata nelle librerie la queen dello slow burn - con un libro destinato ad incoronarla senza se e senza ma. Mariana Zapata, se non la conoscete, è quel tipo di scrittrice che vi farà divorare pagine e pagine pur di sapere come andrà avanti, farvi ignorare l'ora di andare a dormire, il dover lavare i piatti e in alcuni casi anche le amicizie più care perché non riuscite fisicamente a smettere di leggere un suo romanzo. E anche stavolta è successo: Kulti è quel libro che, confesso, mi ha fatto restare sveglia fino alle tre di notte pur di non smettere di leggerlo.
Se devo trovare una pecca, una sola, è che chiaramente la Zapata non è ferrata con il calcio come lo è in altri sport. O forse sono io che conosco meno le regole degli altri sport narrati negli altri suoi libri, per cui solo in questo caso ho intercettato delle piccole sbavature nella narrazione. Ma le ho subito perdonate, perché - ve lo assicuro - questo libro merita. Merita tantissimo.
Ambientato nel mondo del calcio femminile d'Oltreoceano, abbiamo Sal che è una giocatrice parecchio in gamba che si ritrova nello staff tecnico della sua squadra Reiner Kulti, leggendario calciatore che Sal idolatra fin da quando era bambina. Solo che Reiner pare avere decisamente poca voglia di allenare la squadra, e il carattere di Sal trova il modo di scontrarsi con quello di Kulti fino ad arrivare a momenti in cui lei teme di essere cacciata dalla squadra per avere superato i limiti. E invece è proprio da lì che inizia a nascere un'amicizia che vi scalderà il cuore e ve lo farà sciogliere tipo cioccolata al latte dimenticata al sole. L'unica cosa che ho trovato più adorabile di loro due è il modo in cui il padre di Sal interagisce con Kulti, soprattutto la scena al ristorante (non aggiungo altro per non fare spoiler, ma LA TENEREZZA!!!!).
Insomma, un libro che consiglio? Assolutamente sì, e se non lo leggete potrei prenderla sul personale. Perché di libri così, capaci di rasserenarci l'anima anche quando abbiamo la sensazione di vivere nella tempesta, ne esistono pochi. E quando se ne trova uno non bisogna farselo sfuggire.

Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata:  Infuso miele vaniglia e camomilla
Formato consigliato: ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Mariana Zapata 


"Dopotutto, le cose più belle della vita non erano proprio quelle, le più difficili, frutto di una dura conquista?"

                                             Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

martedì 14 maggio 2024

Recensione: Non ti sento


Non ti sento
di Valentina Petri


Editore: Rizzoli
Prezzo cartaceo: 12,90 €
Prezzo ebook: 9,99 € 
Pagine: 264

Da una parte Laura, Francesco, Nené e gli altri prof: a spiegare Ungaretti e le formule di fisica davanti a uno schermo, con la rete instabile e le piccole icone nere e mute che ogni tanto si accendono rivelando cucine affollate, camerette in disordine, animali domestici e fratellini molesti. Dall’altra loro, i ragazzi. Mai avrebbero immaginato di sentire la mancanza di banchi e lavagne, eppure eccoli lì: Basma, che a casa è costretta a coprirsi col velo e a tenere il mascara nascosto in fondo allo zaino; Rambo e Tommy, che combattono la noia a colpi di challenge; Kevin che porta il cane a spasso e finisce sempre lì, davanti al cancello chiuso, sognando una gita che non si farà mai. La vita è in pausa ma, tra WhatsApp furtivi e lezioni hackerate, la maturità arriva lo stesso e la scuola – precaria e traballante, oggi come sempre – fa quello che sa fare meglio: intreccia i destini e li stringe insieme, regalando a tutti una gran voglia di futuro.





Avevo sentito parlare di Valentina Petri come di una delle autrici da tenere d'occhio per il suo modo di raccontare la scuola di oggi, ambiente che - ammettiamolo - risulta essere ben più "sfidante" di qualunque ambiente venga descritto nelle offerte di lavoro di qualche multinazionale. Ed è così che mi sono ritrovata a leggere Non ti sento, il suo nuovo romanzo approdato recentemente nelle librerie.
Ed una premessa - o un trigger warning - rispetto a questo libro mi permetto di farvela: la storia inizia nel 2020, in quei giorni in cui le lezioni hanno dovuto iniziare a trasferirsi online e il mondo sembrava impazzito. Io dopo il primo capitolo mi sono dovuta prendere una pausa, perché la mia mente aveva iniziato a processare i ricordi di quel periodo a cui non pensavo da un bel po' di tempo.
Ma una volta metabolizzato questo primo impatto ho ripreso la lettura e non ho smesso per un secondo di amare quei personaggi e l'intera storia. E - forse mi sbaglierò - ma ho la sensazione che anche per l'autrice la scrittura sia stato un momento catartico rispetto a quei momenti difficili legati al lockdown. "Non ti sento", infatti, è forse la frase che più abbiamo pronunciato in quel periodo in cui le videochiamate erano d'obbligo per non impazzire, anche se alcune ce le saremmo evitate volentieri. 
Questo libro narra di episodi tragicomici in cui il disagio va a braccetto con il sorriso, ma anche della vera vita che ha caratterizzato quel periodo così surreale, triste ed assurdo della nostra esistenza. Ma alla fine diventa impossibile non affezionarsi ai personaggi, impossibile non ammirare i docenti che con passione e dedizione hanno fatto i miracoli in un periodo in cui era complicato anche andare a fare la spesa. Ed impossibile dimenticare che di quel periodo ci sono ancora rimaste alcune ferite nell'anima, cicatrici con cui ancora oggi i docenti e le loro classi devono riuscire a curare.

Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata:  Infuso zenzero e limone
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Valentina Petri 


"Guardi che lo so anche io che è un casino"

                                             Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 13 maggio 2024

Recensione: Prima Facie



PRIMA FACIE
di Suzie Miller 

Editore: Neri Pozza
Prezzo: € 20.00
Pagine: 336
Traduzione a cura di Annalisa di Liddo
Collana Bloom

«Guardate alla vostra sinistra. Poi alla vostra destra. Fra voi, una persona su tre non ce la farà». Così la preside della facoltà di Legge a Cambridge si rivolge alla sua platea: la crème de la crème della società, studenti eccezionali, gli abiti che gridano ricchezza, scuole private, fondi d’investimento. Ma nella folla, a disagio, incredula di essere lì, lei che viene dalle case popolari fuori Londra, c’è Tessa. Tessa che da un momento all’altro teme che qualcuno si avvicini a dirle: «Siamo dolenti, c’è stato un terribile errore». Tessa che, dopo quel discorso, concentra tutta la sua grinta e la sua rabbia nello studio. Non sarà lei, quell’una su tre. Ora, a trent’anni, Tessa Ensler è un’avvocata di successo, specializzata nei casi più spinosi, come la difesa di chi è accusato di violenza sessuale. La tenacia e il carattere adesso sono al servizio del sistema giudiziario e delle sue regole, in cui lei crede profondamente. È l’esistenza del ragionevole dubbio che bisogna provare, anche al di là di quello che a prima vista, prima facie, appare a giudice e giuria. Fino al giorno in cui a Tessa succede ciò che succede a tante. A un terzo delle donne, per la precisione. Il giorno in cui le attenzioni di un collega diventano qualcosa di più, e poi qualcosa di indesiderato, violento. E Tessa si trova così dalla parte opposta, insieme a tutte le altre, a scontrarsi col ragionevole dubbio, solo per scoprire la vera natura delle regole in cui ha sempre creduto. Non è per loro che sono state scritte.
Prima facie è il racconto di una donna indomabile ma anche un invito a ricordare che la rabbia può diventare forza. Guardate alla vostra sinistra, poi alla vostra destra. Una su tre.

«Suzie Miller affronta un tema tragicamente presente. Una scrittura dura, vitale, energetica, com’è il suo personaggio, che alla fine acquista un tono malinconico e perfino struggente. Miller è molto brava a raccontare la psicologia di una donna che si sente forte e poi scopre la propria fragilità».
Antonio Monda

«Un’opera che ruggisce, necessaria e potente».
The Guardian






"Prima Facie" è un termine legale che in latino significa "a prima vista" e anticipa la trama che si snoda attraverso una serie di eventi che mettono in discussione la percezione della verità e della giustizia.

Il romanzo di Suzie Miller, nato originariamente come opera teatrale di successo, ruota intorno alla figura di Tessa Ensler, una giovane e brillante avvocata di difesa penale.
Attraverso la sua storia, raccontata in prima persona, Suzie Miller ci porta ad esplorare le profonde divisioni della società e del sistema giuridico, delineando in modo impeccabile tutte le sfumature morali e psicologiche di un personaggio femminile costretto a confrontarsi con il lato oscuro dell'istituzione legale che ha sempre difeso. 
Tessa, nonostante le barriere imposte dalle sue umili origini, ha lottato duramente per emergere nel mondo giuridico. La sua carriera è caratterizzata da una serie di vittorie, dove riesce a liberare gli imputati dalle accuse più gravi, comprese quelle di violenza sessuale. 
Finché, improvvisamente e inaspettatamente il suo mondo viene sconvolto e capovolto quando diventa lei stessa vittima di una violenza sessuale commessa da un uomo, il collega di fiducia Julian. Questo evento tragico spinge la protagonista a mettere in discussione non solo il sistema legale in cui ha sempre creduto, ma anche le se stesse convinzioni su giustizia e moralità.
Può confidare in un sistema giudiziario non progettato per difendere le vittime come lei, ma piuttosto per sostenere chi appare più credibile, indipendentemente dalla verità?
Attraverso una prosa che colpisce dritto al cuore, il romanzo offre una riflessione profonda e coinvolgente sulle complessità del sistema giuridico aprendoci gli occhi su quanto restrittivo e ostile sia nei confronti delle vittime di violenza sessuale. 
Tessa diventa una voce potente e ispiratrice che sfida un sistema favorevole a coloro, in particolare uomini, che possiedono potere, prestigio e ricchezza. Lotterà non solo per se stessa, ma anche per tutte le donne, una su tre, che, nel corso della loro vita, hanno subito esperienze di aggressione e molestie sessuali.

"Prime Facie" è un romanzo bellissimo, che mi è piaciuto molto. Con la sua narrazione coinvolgente e le sue potenti tematiche ritengo sia un'opera che lascia un'impronta nella mente e nel cuore di lettrici e lettori. Impossibile rimanerne indifferenti!

P.s. La piccola parte in cui descrive i gli atti di ribellione segreti di espressioni femminili delle avvocate, nei confronti di un ambiente che ha sempre escluso le donne, è tra le mie preferite!


Durata totale della lettura: Sette giorni
Bevanda consigliata: qualsiasi sia per voi una coccola
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: a partire dai 16 anni 
Consigliato a chi ha apprezzato: Autobiografia clitoridea di Teresa Cinque




"Una volta che vediamo, non possiamo dimenticare di aver visto."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

venerdì 10 maggio 2024

Recensione: Ogni prigione è un'isola

 

Ogni prigione è un'isola
di Daria Bignardi

 Editore: Mondadori
 Prezzo: €18,50
 Pagine: 168
 
“Il carcere è come la giungla amazzonica, come un paese in guerra, un’isola remota, un luogo estremo dove la sopravvivenza è la priorità e i sentimenti primari sono nitidi”: forse è per questo che, da narratrice attratta dai luoghi dove “l’uomo è illuminato a giorno”, Daria Bignardi trent’anni fa è entrata per la prima volta in un carcere. Da allora le prigioni non ha mai smesso di frequentarle: ha collaborato con il giornale di San Vittore, portato in tv le sue conversazioni coi carcerati, accompagnato sua figlia di tre mesi in parlatorio a conoscere il nonno recluso, è rimasta in contatto con molti detenuti ed è tuttora un “articolo 78”, autorizzata cioè a collaborare alle attività culturali che si svolgono in carcere. Ha incontrato ladri, rapinatori, spacciatori, mafiosi, terroristi e assassini, parlato con agenti di polizia penitenziaria, giudici, direttori di istituto. Per scrivere di quel mondo si è ritirata per mesi su un’isola piccolissima: Linosa. Ma il carcere l’ha inseguita anche lì. E gli incontri e la vita sull’isola sono entrati in dialogo profondo con le storie viste e ascoltate in carcere. 
Bignardi ci racconta il suo viaggio nell’isolamento e nelle prigioni, anche interiori, con la voce unica con cui da sempre riesce a trasportarci al centro delle esperienze, partendo da sé, mettendosi in gioco, così come ha fatto la mattina del 9 marzo 2020 in un video girato di fronte a San Vittore, mentre alcuni detenuti salivano sul tetto unendosi alle rivolte che stavano scoppiando in molte carceri italiane. In seguito a quegli eventi sarebbero morte tredici persone recluse. “So come vanno le cose col carcere” scrive, “il carcere lo odiano tutti. Alcuni amano il carcere degli altri, per così dire”: parlarne è un gesto inevitabilmente politico, perché rivolgendo lo sguardo al carcere lo si rivolge al cuore della società, ma questo è anche e prima di tutto un libro personale, in cui ogni cosa – ritratti, riflessioni, cronaca, ricordi – è cucita assieme dalla scrittura limpida e coinvolgente di Daria Bignardi.




In parte reportage giornalistico, in parte saggio di denuncia, a tratti biografia personale, "Ogni prigione è un'isola" colpisce sin dalle prime pagine per tale commistione di generi letterari che lo rende difficilmente ascrivibile a una singola tipologia. 
Forse è proprio questo il primo tratto saliente dell'ultima opera di Bignardi: poco più di 150 pagine in cui il lettore riesce sorprendentemente a non sentirsi a disagio pur calandosi nella trattazione di una tematica così politica e controversa - il carcere - di cui al contempo apprende fatti e storie da voci che lo hanno vissuto sulla propria pelle.
Prima tra le voci che restituiscono la propria esperienza di carcere è proprio quella di Daria Bignardi, che tali luoghi li ha sempre vissuti e frequentati, sia nell'ambito della sua vita professionale come "articolo 78" (così si chiama quel particolare status che permette a persone esterne all’amministrazione carceraria di partecipare ad attività culturali e formative all’interno degli istituti penitenziari), con il suo lavoro al giornale di San Vittore e le conversazioni con i detenuti trasmesse in tv che a livello personale, con le regolari visite con sua figlia al nonno in carcere, Adriano Sofri.
Il carcere, dunque, quale parte integrante della vita dell'autrice, fil rouge che la accompagna da decenni, persino nella remota isola di Linosa, dove l'autrice decide di ritirarsi per un periodo per dedicarsi alla scrittura del libro. Libro, ci confessa con onestà Bignardi, la cui redazione non è stata affatto scevra dalle difficoltà e implicazioni profonde che solo temi come la privazione della libertà e il concetto di giustizia e ordine sociale portano con loro:  "Scrivere un libro significa infilarsi dentro un'ossessione dalla quale non si esce mai, neanche mentre si dorme. E io non voglio stare in carcere per anni, non voglio starci di notte, pensare solo a quello. In carcere si sta male."
Dalle rivolte al San Vittore ai pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, alle conversazioni con i medesimi detenuti anche a distanza di anni dai primi contatti con l'autrice, sino a dialoghi con giudici e direttori di istituti penitenziari  e alla raccolta di testimonianze di guardie carcerarie e detenute donne, "Ogni prigione è un'isola" ci fa riflettere sulla reale utilità del carcere, sul concetto di pena come strumento della giustizia che sembra tuttavia spesso abbattersi proprio sui meno fortunati, su singoli esseri umani che per storia di vita non hanno avuto pienamente la possibilità di scegliere una vita onesta, aumentando il divario sociale e le disuguaglianze. 
Un testo che cattura e una volta preso in mano non riuscirete più a chiudere.
E, se voleste saperne di più e vi trovaste a Torino questa settimana, non perdetevi il Salone del Libro 2024, e in particolare la serata conclusiva del progetto del Salone Off “Il Ballatoio-Storie a domicilio” di sabato 11 maggio, per un dialogo con l'autrice, Daria Bignardi, moderato dalla brillante Ilaria Oddenino. 

Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata:  caffè al ginseng
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni




"È vero quel che ho detto al dottor C.: in prigione c'è la vita com'è, fatta di dolore, ingiustizia, povertà, amore, malattia, morte, amicizia, rimpianto di una felicità e desiderio di libertà."




Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

giovedì 9 maggio 2024

Recensione: AGATA DEL VENTO Un romanzo di mare e di cielo

 

AGATA DEL VENTO
Un romanzo di mare e di cielo
di Francesca Maccani

 Editore: Rizzoli
 Prezzo: €17
 Pagine: 304
 
Lipari nel 1902 è un’isola selvaggia, che affonda le radici nel mito. Qui le donne sono creature di mare e di terra, pescatrici che conoscono i segreti delle acque turchesi e degli animali che le abitano. Tra loro c’è Agata, una ragazza bellissima e inquieta, che vive con la madre e i fratelli; una famiglia come tante, spezzata dalla partenza del padre per il Nuovo Mondo in cerca di fortuna. Ha quindici anni, Agata, e non è un’adolescente come le altre dell’isola. C’è chi la chiama majara – strega – ma lei è molto di più. 
Dopo "Le Donne dell’Acquasanta", premio Rapallo Bper Banca “Donne e Cultura”, Francesca Maccani torna in libreria con un romanzo storico ispirato alla storia vera mai raccontata di una guaritrice delle Eolie. Una narrazione appassionante, che indaga le tradizioni arcane di una terra selvaggia restituendoci una protagonista indimenticabile, alle prese con la forza misteriosa che la abita. 




Lo spunto per quest'ultimo romanzo di Francesca Maccani è venuto all'autrice da un viaggio a Lipari, durante il quale scopre la storia delle donne pescatrici e le testimonianze raccolte dall'antropologa Macrina Marilena Maffei, che le svelano antiche tradizioni e credenze dell'isola dove le protagoniste erano spesso le donne del luogo.
Lungi dal porsi come un romanzo sull'emancipazione femminile o una storia di resilienza, Agata del Vento incanta il lettore per la cornice storica isolana a cavallo tra XIX e XX secolo - periodo durante il quale nemmeno Lipari è estraneo al fenomeno della grande migrazione italiana verso l'estero -, per i personaggi del romanzo, caratteri tanto reali quanto portatori di suggestioni e atmosfere lontane, e per le loro storie, sullo sfondo del mare siciliano. 
Sin da ragazzina la protagonista, Agata, scopre di avere una sensibilità non comune che le conferisce doti da guaritrice di malattie e non solo. In parte sembra aver ereditato questa antica conoscenza da sua nonna, anch'essa una "majara", ossia una guaritrice dell'isola, ma con il passare del tempo si rende conto che le sue capacità e sensibilità sono notevolmente maggiori rispetto a quelle delle majare e che il dono che possiede è notevolmente più potente di quanto pensasse. 
Con un percorso che la porterà ad essere conosciuta da tutti gli isolani per le sue doti, e al contempo dopo una ricerca personale delle sue origini che le riserverà delle sorprese, Agata diventa una figura rispettata per la sua funzione sociale, seppur non esule da critiche e invidie, il cui operato giunge fino in Sicilia, dove un medico tenta invano di mettere in discussione la sua onestà e l'efficacia delle sue cure. 
Al di là della trama del romanzo, estremamente ben sviluppata e delineata, colpisce la rappresentazione del ruolo sociale della donna dell'epoca, rappresentata dalla giovane Agata e - in misura minore - dalle altre figure femminili del libro le quali, in una società molto semplice e in apparenza dominata esclusivamente da arretratezza e ignoranza, godono in realtà di uno status sociale ben preciso, di una funzione che viene loro riconosciuta dalla comunità stessa. Tale riconoscimento garantisce alle donne locali un margine di libertà e indipendenza che fa riflettere, soprattutto se paragonato al ruolo della donna contemporanea nella società attuale, dove troppo spesso antichi saperi e sensibilità sono andati perduti e, con essi, i privilegi e le individualità che ne derivavano.  

Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata:  granita alla mandorla
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 12 anni
Consigliato a chi ha apprezzato: Le Donne dell’Acquasanta di Francesca Maccani.



"Un vento dispettoso accompagnò i loro passi. Agata tentava invano di sistemarsi dietro le orecchie le ciocche sfuggite alla treccia.
«Lassa iri» fece Pietro con un sorriso. «Tu sei bella pure spettinata, sei la mia Agata del vento.»"



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

mercoledì 8 maggio 2024

Recensione: La strana morte di Sir Lawrence Linwood



La strana morte di Sir Lawrence Linwood
di Christopher Huang

Prezzo: € 9,90
Pagine: 384
Titolo originale: Unnatural ends
Traduzione: Enrico Bucci 

Yorkshire 1921. Sir Lawrence Linwood è morto. Più precisamente, è stato ucciso a colpi di mazza medievale nel suo studio. La necessità di presenziare al funerale spinge i figli adottivi di Sir Lawrence – Alan, Roger e Caroline – a tornare a casa. I tre scoprono presto che nell'ultima e più recente versione del suo testamento il padre ha fatto inserire una singolare clausola: l'intero patrimonio andrà a chi sarà in grado di chiarire il suo enigmatico omicidio. Mentre i loro sospetti crescono – l'uno verso l'altro, ma anche verso strani sconosciuti che abitano il paesino di Linwood Hollow – Alan, Roger e Caroline iniziano a pensare che l'autore del delitto si nasconda nel passato e nel mistero che ammanta la loro stessa nascita.

Il giallo game che vi terrà svegli fino a tarda notte, più di una partita a Cluedo. Uno stravagante delitto, tre eredi e un mistero da risolvere


Linwood House è una imponente e maestosa dimora immersa nel cuore della campagna inglese. 
A capo Sir Lawrence, discendente da una lunga dinastia di imprenditori di successo che hanno esercitato per generazioni il loro potere su Linwood House e sui terreni circostante.
Ma nonostante sia amato e rispettato da tutta il villaggio, Sir Lawrence viene trovato brutalmente ucciso nella sua stanza, chiusa a chiave dall'interno, nella torre più alta della tenuta. 
La moglie in completo shock, distrutta dal dolore, in preda alla follia. 
I tre figli adottivi, ormai adulti e sparsi in giro per il mondo, vengono richiamati a casa per organizzare il funerale. Ma la lettura del testamento rivela una sorprendente scoperta : Sir Lawrence, probabilmente minacciato di morte, sospettava da tempo di essere in pericolo. E come ultima volontà tutto il suo patrimonio verrà ereditato dal figlio che riuscirà a risolvere il mistero sulla sua morte, svelando l’identità del colpevole. 
Con questa inaspettata eredità in gioco, i tre figli adottivi si trovano coinvolti loro malgrado in una pericolosa indagine che li porterà a scoprire scomode verità riguardanti non solo la morte del padre, ma anche una storia della loro famiglia e del loro passato completamente diversa da quella immaginata.

   Un romanzo giallo decisamente particolare.
Ammetto di avere avuto un po’ di difficolta ad ingranare con la storia, con una prima parte piuttosto lenta, ricca di descrizioni geografiche e storiche sulle origini della famiglia Linwood e della loro dimora. Numerosi i richiami e flashback alla prima grande guerra mondiale, situazione storica del tempo. 
Ho trovato queste digressioni forse un po’ eccessive, soprattutto all’inizio di un romanzo quando dovremmo fare conoscenza con i vari personaggi! 

   Nella seconda parte l’azione e il mystery diventano finalmente preponderanti. 
I tre fratelli decidono di seguire tre piste differenti, ognuno con le proprie idee, indipendente per la sua strada. E noi come lettori onniscienti seguiamo le tre diverse indagini in parallelo, le loro deduzioni, i loro metodi di azione e le varie scoperte che fanno lungo il cammino.

  Altra originale particolarità sono le numerose citazioni letterarie presenti - soprattutto risalenti alla letteratura inglese, dal teatro di Shakespeare ai molti richiami sulla leggenda di Re Artù.
In particolare è presente un chiaro omaggio e quasi parallelismo con il King Lear di Shakespeare - il re Lear che alla sua morte decide di dividere il suo regno tra le tre figlie in base ad una gara - come viene ben descritto anche esplicitamente dai protagonisti del romanzo. 

  Sono inoltre rimasto piacevolmente colpito dalle atmosfere create dall’autore.
Si ha l’impressione di leggere un giallo dell’età classica - con le vibes dei mystery di inizio novecento - e non un thriller moderno. Dall’ambientazione, alle descrizioni, ai personaggi, al colpo di scena finale alquanto imprevedibile.
Se mi avessero detto che questo libro era stato scritto nel 1920 avrei potuto tranquillamente crederci!

Durata totale della lettura: sette giorni 
Bevanda consigliata: cioccolata calda al cocco
Formato consigliato: eBook
Età di lettura consigliata: dai 15 anni
Sito dell'autore: Christopher Huang
« Glielo dico io come stanno le cose. Tutto questo è come in “Come vi piace”. Tutto il mondo è un palcoscenico e tutti gli uomini e le donne sono solo degli attori.
Lei è contento del ruolo che le hanno assegnato? Perchè io non lo sono »


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

martedì 7 maggio 2024

Review Party: The Gilded Cage

Torna Lynette Noni per Sperling & Kupfer con l'atteso seguito di The Prison Healer, ovvero "The Gilded Cage" e noi non potevamo farcelo scappare.


 The Gilded Cage

 di Lynette Noni

 Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo: € 17,60
Pagine: 416
Traduzione di: Angela Ricci

 Dopo essere scampata alla prigione di Zalindov e al mortale Giudizio degli Elementi, Kiva Meridan è una sopravvissuta. Negli ultimi dieci anni, il suo unico obiettivo è stato quello di riunirsi alla famiglia e distruggere le persone che hanno rovinato le loro vite, ma questa missione sta diventando più complicata che mai. Ora che si sta ambientando nella capitale, scopre di non essere stata l'unica a soffrire mentre era a Zalindov: i suoi fratelli e i loro ideali sono cambiati, e ben presto la ragazza si ritroverà a nascondere segreti non solo ai propri nemici ma anche a chi ha di più caro al mondo. Fuori dalle mura della città, nel frattempo, serpeggia la tensione fra i ribelli, insieme alle voci di una crescente minaccia da parte dei regni del Nord. Questa volta, per sopravvivere, Kiva dovrà destreggiarsi in una complicata rete di bugie, in cui un passo falso potrebbe costarle tutto.




Il primo libro della serie finisce veramente con il botto e sono stata contentissima di avere tra le mani il secondo capitolo e inutile dire che mi ci sono fiondata subito e l'ho letto davvero in poco tempo.
Ritroviamo la nostra protagonista Kiva, che finalmente è riuscita a scappare dalla prigione di Zalindov, dove ha vissuto i suoi ultimi dieci anni, e può godersi finalmente la vita da libera cittadina nella capitale.
Ovviamente una delle prime cose che le accadono è l'incontro con i suoi fratelli, la famiglia che ha sempre portato nel cuore durante i suoi anni di prigionia e che le hanno sempre dato quella speranza per andare avanti e alimentato la voglia di vendetta contro quelli che hanno imprigionato lei e suo padre senza pietà.
Il ricongiungimento con suo fratello e sua sorella non si svolge come previsto, Kiva  presto capisce che il tempo e gli avvenimenti del passato hanno lasciato cicatrici molto profonde, ma diverse dalle sue, loro sono adesso molto cambiati rispetto al ricordo che portava con se. Hanno portato avanti con decisione un piano spietato per la loro vendetta e forse Kiva, dopo tutto questo tempo, non è sicura che la vendetta sia poi la risposta giusta a tutte le sue domande e a quello che ha subito. Inoltre la sua vicinanza con Jaren, iniziata a Zalindov sembra intensificarsi e forse questa nuova libertà le sta permettendo di osservare le cose da un punto di vista diverso, quel punto di vista che lei in passato non ha mai preso in considerazione accecata dal desiderio di riscatto.
Un secondo libro che ha le caratteristiche del libro intermedio, succedono tante cose ma molte diciamo sono prevedibili, quello che mi ha spiazziato più di tutto è il finale che, se per certi versi avevo intuito per altri mi ha sorpreso e lasciato con la voglia di leggere il terzo subito.
Kiva l'ho trovata meno incisivo come personaggio, dopo tutto quello che ha dovuto subire in prigione, mi è sembrata più morbida e indecisa, spero che nel terzo capitolo riesca a ritrovare la forza e la determinazione che la contraddistinguono. Tanto del suo passato e della sua storia trova chiarezza in questo volume, molti tasselli lasciati in sospeso dall'autrice qui trovano il loro posto e ricostruiscono una leggenda cha ha radici profonde e che con il tempo non è stata tramandata in maniera veritiera portando alla luce il lato oscuro della magia che ha fatto vittime in passato e ha fame di farne ancora adesso.
Un altro libro ben scritto, la Noni continua a tenere viva l'attenzione per questa storia e il destino della protagonista e mantiene la narrazione scorrevole e mai noiosa e il libro davvero si finisce in poco tempo. Sono proprio curiosa di leggere il capitolo finale e spero che arrivi presto in Italia, ho bisogno di sapere come va a finire e ho bisogno di vedere Kiva splendere come non mai.

Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata: Tè mandorla e caramello
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 15 anni
Sito dell'autrice: Lynette Noni

Serie "The Prison Healer"
  1. The Prison Healer
  2. The Gilded Cage
  3. The Blood Traitor (inedito in Italia)


Buona lettura.


    Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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