mercoledì 27 marzo 2024

Recensione: Tradire il Grande Fratello, Il risveglio femminista in Cina



 Tradire il Grande Fratello,
 Il risveglio femminista in Cina

 di Leta Hong Fincher

 Editore: Add Editore
 Prezzo: €19
 Pagine: 280

 Titolo originale: Betraying Big Brother:
                            The Feminist Awakening in China

 Traduzione a cura di: Margherita Emo e Piernicola d’Ortona
 
 Ai primi del Novecento, l’antesignana del femminismo cinese Qiu Jin raccontò la storia di una principessa che, tramutatasi in un uccello di nome Jingwei, aveva tentato la disperata impresa di riempire il mare di pietre. «Jingwei riempie il mare» è da allora un’espressione proverbiale di tenacia e resistenza. Le protagoniste di questo libro – in particolare le Cinque femministe arrestate alla vigilia dell’8 marzo 2015 – vivono in un mondo diverso; anziché il mare, affrontano le maglie della censura online e della sicurezza di Stato, la repressione sistematica dei diritti e la presenza di un regime autoritario e patriarcale. Nella Cina dell’onnipotente Xi Jinping, una rete di donne mette in crisi i valori tradizionali e la retorica natalista, la discriminazione dilagante, l’indifferenza verso violenze e molestie. ​Il racconto di Leta Hong Fincher ci trascina in un mondo al limite della clandestinità, tra attiviste, avvocate, lavoratrici che si battono quotidianamente per la causa femminista. Un mondo dove le emoji (mi) e (tu), pronunciate come #MeToo, diventano simbolo di lotta e l’unico modo per eludere i controllori della rete e parlare di diritti delle donne. 




La scrittrice di "Leftover women" torna per darci un introduzione sul femminismo cinese e la sua evoluzione in anni recenti. 
Dopo la forte spinta all'eguaglianza dei generi durante la Rivoluzione Culturale a favorire la produzione, una volta finito il periodo di guerra, il valore delle donne è stato costantemente schiacciato. La campagna tesa a riportare i valori tradizionali non è segreta ma proprio nazionale, donne il cui nome non compare nei contratti di acquisto, con salari che sono il 60% di quelli degli uomini, mancanza totale di leggi che le proteggano; per intenderci, il primo ordine restrittivo legato a maltrattamenti arriva nel 2013 con Li Maizi e il suo vestito da sposa macchiato di sangue. 
Il movimento #metoo è riuscito a toccare anche un paese così autoritario e dittatoriale, in cui donne che lottavano contro le violenze sessuali e le molestie hanno creato il ritrovo studentesco più ampio dopo il 1989, le femministe più famose, perché conosciute anche a livello internazionale sono definite le «Cinque sorelle femministe» (nüquan wu jiemei (Li Maizi, Wu Rongrong, Zheng Churan, Wei Tingting e Wang Man;) Una delle piu prolifiche a livello di attivita spotanee e rumorose è Zheng Churan chiamata Datu (grande coniglio) Parte da cause che possono sembrare piccole, come il diritto a più bagni per le donne, occupandone uno a Guangzhou aumentando poi sia con azioni più politiche più visibili, ad esempio le rasature di capelli in pubblico per lottare contro la discriminazione delle donne nelle ammissioni all'università e volantini contro le violenze sui mezzi di trasporto. 
Il controllo ideologico è schiacciante in Cina, sia nella vita di ogni giorni che sui giornali e su internet. La censura e la costrizione delle idee "giuste" vanno a braccetto e si presentano di notte sotto forma di poliziotti che arrestano e torturano le femministe per informazioni. Lo stesso #metoo viene modificato in #mitu letteralmente riso-coniglio per evitare ulteriori blocchi. 
 L'accusa (e la scusa) per arrestarle è sempre per aver «attaccato briga e causato disordini» generica. La prima legge contro la violenza domestica è del 2015/16 ma viene utilizzata poco e lo stupro non è nemmeno citato. 
Le donne che non hanno accesso a internet o hanno conoscenze dirette, non conoscono nemmeno il significato della parola "femminismo" ed essendo cresciute in famiglie in cui gli uomini non rispettavano le donne, sono convinte che quella sia la normalità comprese le violenze esterne, «A causa della cultura cinese dell’obbedienza, non si fanno domande. Si esegue e si obbedisce».
 Durante tutta la storia cinese che la scrittrice ci presenta passo passo, gli sbalzi di atteggiamento da parte del governo nei confronti dei diritti delle donne, evidenzia come anche i passi di apertura all'uguaglianza fossero solo retorici e a scopo pubblicitario. Il numero di abusi e molestie registrate è davvero raccapricciante, e allo stesso modo lo è la campagna di arresti e repressioni verso le donne che cercano di lottare contro i soprusi. Con il governo di Xi Jinping il controllo ideologico si rafforza ancor di più e di nuovo l'attenzione e l'importanza delle donne è relegata al loro ruoli di madri e mogli, al loro dover essere suddite del proprio marito soprattutto dopo 30 anni di politica del figlio unico e una natalità in costante declino. 
"Non reagite quando vi picchiano. Non rispondete quando vi sgridano. 
E qualunque cosa accada, non divorziate" 
 Un libro bellissimo, uno specchio su una situqzione di cui conosciamo pochissimo dato che il controlo ideoligico del paese nln concede fuoriuscite di informazioni. Stori di resilienza di donne fantastiche che vivono situazioni assurde, farò qualche ricerca per scoprire cosa è successo dopo perche il libro è stato originariamente stampato nel 2018. 
Un libro informativo e anche molto doloroso perché tratta di donne che vivono una repressione acuta e che sono rimaste nel Paese anche quando era più facile scappare, proprio per continuare la lotta per i diritti. 

Assolutamente consigliato a tutt*. 

Durata totale della lettura: 6 giorni
Bevanda consigliata: Succo d'arancia
Formato consigliato: Cartaceo
Website dell'autrice: Leta Hong Fincher
Consigliato a chi ha apprezzato: Morgana di Michela Murgia, Chiara Tagliaferri





"Dio mio, tutti i problemi che ritenevo causati da difetti del mio carattere in realtà erano il risultato di una disuguaglianza di genere sistemica: è stata una rivelazione enorme!» 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 25 marzo 2024

Recensione: Fratelli

 


Fratelli

 di Brigitte Reimann

 Editore: Neri Pozza
 Prezzo: € 18
 Pagine: 192
Titolo originale: Die Geschwister
Traduzione di: Monica Pesetti, Silvia Albesano
 
A cinquant’anni dalla morte dell’autrice, viene ripubblicato il romanzo simbolo di una generazione, riportato oggi alla sua versione integrale, grazie al fortunato ritrovamento del manoscritto originale, senza i tagli della censura di Stato della DDR.

2022: durante i lavori di ristrutturazione in un’anonima strada in una cittadina della Sassonia, sul fondo di uno sgabuzzino per le scope viene rinvenuto un plico di carte. Grazie a questa scoperta casuale, il romanzo più importante di Brigitte Reimann, Fratelli, ha potuto rivedere la luce a cinquant’anni dalla morte dell’autrice, cosí come era stato scritto in origine, prima che la censura di Stato facesse il suo sottile e sistematico lavoro. Quando uscì la prima volta, nel 1963, suscitò comunque un gran clamore, sia all'Est che all'Ovest. La protagonista, la giovane pittrice Elisabeth, alter ego di Reimann in quella che oggi definiremmo un’opera di autofiction, apprende durante un pranzo di famiglia nell’aprile 1961 (il Muro sarà eretto, in una sola notte, quattro mesi piú tardi) che il fratello Uli, amatissimo, è pronto a lasciare l’Est dove non vede alcun futuro. Elisabeth oltre a dipingere lavora anche in fabbrica, crede nello Stato socialista glorioso ed egualitario e ha poco tempo per convincere Uli a desistere dal suo proposito. Su Elisabeth e Uli incombe l'ombra del fratello maggiore Konrad, che ha già “tradito” fuggendo in Occidente, e gli spettri gemelli della paura e dell’opportunità.
Con la sua prosa audace come una pennellata scarlatta, Brigitte Reimann dà corpo allo scontro tra idealismo e repressione, lealtà familiare e desiderio di libertà diventando una scrittrice simbolo di un’intera generazione. Le sue sono pagine tra le piú vere e toccanti sui conflitti umani nella Germania divisa, ma anche straordinariamente attuali sull'appartenenza e sul coraggio di difendere le proprie idee di libertà e felicità.

«Il romanzo di Reimann conserva il ritmo teso di una pièce teatrale – un dramma di Ibsen o Arthur Miller – arricchito di dialoghi ardenti su politica, economia, arte. Una pennellata di colore in un panorama plumbeo».
The Sunday Times




Romanzo storico che consente al lettore di riscoprire alcuni degli avvenimenti cardine del Novecento, Fratelli si presenta al contempo come un'intima saga familiare, dove la protagonista, la giovane Elisabeth (alter ego dell'autrice), si trova ad affrontare il dramma della separazione dai fratelli, decisi a partire per la Germania Ovest.
Il tema della separazione di un nucleo familiare cala in un contesto più personale quello che in realtà è il dramma di un'intera generazione, della scissione tra Germania Est e Germania Ovest, resa tangibile dalla costruzione del Muro di Berlino nel 1961. 
Elisabeth e la sua famiglia vivono nella Germania Est, e la nostra giovane e brillante protagonista si dedica in modo appassionato alla pittura all'interno di un kombinat, conglomerato industriale di stampo sovietico tipico dell'epoca. Colpisce questo dualismo tra arte e ideologia, che ben rappresenta lo spirito della ragazza, combattuta tra i sentimenti e le emozioni che la spingono a voler mantenere la famiglia unita, e l'ottimista adesione agli ideali politici del momento, in un probabile tentativo di dare un senso a una realtà così frammentata e confusa come quella dell'epoca. 
La separazione e il conflitto interiore di Elisabeth iniziano con la prima partenza in famiglia, quella del fratello maggiore Konrad, figura carismatica e determinata, che parte per la Germania Ovest con la fidanzata Charlotte. I legami con Konrad proseguono tramite corrispondenza e, dalle sue lettere, seppur in modo velato, non sfugge il senso di disorientamento e disillusione che la giovane coppia avrà certamente provato all'arrivo nell'"altra Germania", nella loro nuova vita, ben distante da quella immaginata, perlomeno agli inizi. Konrad, tuttavia, non fa mai ritorno nella Germania Est e, con il passare del tempo, riesce a migliorare la sua condizione, provando in qualche modo alla famiglia di avercela fatta.
Ancora più sofferta è la separazione dal fratello Uli, con cui Elisabeth ha un rapporto di elezione: se con Konrad si percepisce un rispettoso distacco, tra i due è invece lampante una sintonia indissolubilmente sancita da un enorme affetto. Questa decisione di Uli di partire mette ulteriormente alla prova Elisabeth, che si erge a simbolo di una generazione in perpetuo conflitto tra la sfera personale, il desiderio di libertà e autonomia, e l'adesione alla società dell'epoca, con i suoi ideali e comportamenti. 
Una prosa audace, acuta e potente, che in questa versione originale ci dà modo di percepire con maggiore chiarezza e sincerità una storia familiare e un pezzo di storia di un Paese.  

Durata totale della lettura: cinque giorni
Bevanda consigliata:  the verde
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni


"Dalla finestra aperta vedevo i rami bagnati del noce davanti a casa e le punte delle foglie arricciate. D'estate le pesanti fronde verde scuro si protendono a volta sulle scale, e quando c'è vento le foglie ticchettano contro la finestra. Oggi è il martedì di Pasqua; la forsythia è già sfiorita. Domani Uli sarà partito."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

venerdì 22 marzo 2024

Recensione: Le sette donne di Jamie Spellman



Le sette donne di Jamie Spellman
di Rose Wilding

Prezzo: € 20,00
Pagine: 352
Titolo originale: Speak of the Devil
Traduzione: Irene Gandolfi


È il 31 dicembre e manca poco a mezzanotte. In una desolata stanza d’albergo alla periferia di Newcastle, sette donne sono sedute intorno a un tavolino su cui giace la testa insanguinata di un uomo. L’uomo si chiamava Jamie Spellman, e ognuna di loro aveva un motivo per ucciderlo – anche se tutte giurano di non averlo fatto. Chi sono quelle donne, e cosa le ha portate a incontrarsi proprio lì, in quel posto abbandonato? Quando la polizia ritrova la testa, le indagini vengono affidate a un’ispettrice con i ricci rossi e le lentiggini, che ancora non sa quanto quel caso la farà vacillare. Sarà lei a scoprire cosa lega le sette donne a Jamie Spellman; sarà lei a portare alla luce come ognuna di loro l’abbia conosciuto, amato, e infine profondamente odiato. 

Potente e toccante, il romanzo d’esordio di Rose Wilding parla di inganno e tradimento, di abusi e manipolazione, della violenza di genere subdola e sottile, la più difficile da riconoscere in tempo. Con ironia e grande sensibilità nell’esplorare i ruoli assegnati alle donne nella vita di uomini orribili, trasforma la rabbia in una brillante storia di vendetta, mostrando cosa può succedere quando le vittime si rifiutano di esserlo un istante di più.


        Notte di Capodanno, 1999
Sette donne si trovano riunite in una camera di un anonimo motel nella campagna inglese. Al centro del gruppo giace la testa mozzata dell’uomo che tutte loro hanno amato, Jamie. 
Hanno tutte ricevuto un misterioso messaggio che le ha convocate d’urgenza in quella stanza. Risulta subito chiaro che qualcuno le ha riunite per mostrare loro il crudele destino al quale è andato incontro il loro amore.
Anzi, più correttamente “ex” amore.
Infatti, benché in passato tutte e sette siano state ammaliate da Jamie, hanno poi sofferto a causa sua, e sono ora accomunate da un profondo dolore ed odio nei suoi confronti. Ognuna di loro ha decisamente avuto un valido motivo per vendicarsi e desiderare la sua morte.
Mentre la polizia inizia le indagini concentrandosi sul gruppo, le sette donne, pur non conoscendo l’identità dell’assassino, decidono da subito di allearsi, cercando di ingannare la polizia confondendo le indagini, in modo da proteggere la vera colpevole.
Ma chi tra di loro, ascoltando forse la volontà del gruppo, è riuscita ad uccidere Jamie? Chi tra la sette è la vera assassina?

Figure centrali del romanzo sono chiaramente le sette donne.
Hanno diverse età, personalità, esperienze di vita e modi di relazionarsi alla vittima, ma tutte accomunate da un forte legame di amore/odio nei suoi confronti.
Sono tutte mosse da un sentimento di vendetta, e quindi tutte con un evidente movente per uccidere. 
L’intero romanzo si svolge come un viaggio all’interno delle loro differenti vite : dal loro incontro con Jamie, all’idilliaco innamoramento, fino alla brutale rottura che ha trasformato l’amore in odio.
Ogni donna offre una diversa e toccante prospettiva sulla complessità delle relazioni e soprattutto sul potere distruttivo, a volte vendicativo, dell’amore insofferente, maltrattato o non corrisposto.
La moglie, l’amante, la ragazzina infatuata, la giovane molestata, la migliore amica, la vecchia zia, la madre di famiglia.

E in questo intricato intreccio di unioni / emozioni / azioni sono ampiamente presenti altre importanti tematiche come la violenza (sulle donne), la malattia mentale, l’identità di genere, la dipendenza da alcool e droghe.
Un forte e profondo romanzo di vendetta, ma anche sulla sorprendente solidarietà che si sviluppa tra donne unite principalmente dalla sofferenza causata dallo stesso uomo. Ironicamente l’odio risulta essere un potente collante, con ciascuna delle sette protagoniste vista come una tessera fondamentale di un puzzle più grande, che trova forza, sostegno e voce dall’unione con le altre.

Durata totale della lettura: sei giorni 
Bevanda consigliata: caramel oat latte
Formato consigliato: eBook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Rose Wilding

« A chi è riuscita ad uscirne viva. A chi non ce l’ha fatta. E a chi sta ancora combattendo.
Ho scritto questo libro perchè sottopelle, dietro il sorriso cortese, sono sempre assolutamente furiosa 
»


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

lunedì 18 marzo 2024

Review Party: Le figlie di Saffo






 
Le figlie di Saffo
di Selby Wynn Schwartz

 Editore: Garzanti
 Prezzo Cartaceo: € 18
 Pagine: 264
 Titolo originale: After Sappho
 Traduzone a cura di: Mariagiulia Castagnone

«La nostra prima iniziativa fu quella di cambiarci il nome. Saremmo diventate Saffo.» Ci facciamo chiamare così perché vogliamo essere libere e indipendenti. Vogliamo avere idee e prospettive. Vogliamo essere attrici, scrittrici, o qualunque cosa scelgano i nostri sogni. Vogliamo avere speranze e infinite possibilità. Vogliamo essere e sentirci donne nel modo in cui piace a noi e a nessun altro. Ma non sempre è possibile. Molte volte, ci obbligano a sottostare al volere degli altri. Molte volte, altri prendono le decisioni al posto nostro. Molte volte, siamo costrette a sposarci, a essere madri, a essere docili, a essere belle come dicono loro, a dire sempre di sì. Ed è allora che decidiamo di resistere, di lottare, di ribellarci. Siamo Lina Poletti, Virginia Woolf, Natalie Barney, Romaine Brooks, Sarah Bernhardt, Isadora Duncan, Nancy Cunard, Gertrude Stein e Radclyffe Hall. Siamo qui a dirvi cosa vuol dire essere donna quando non hai una voce. Quando soffocano la tua voce. Siamo qui a dirvi che un futuro diverso è possibile. Siamo qui a dirvi che per viverlo bisogna lottare, ieri come oggi. Selby Wynn Schwartz ha scritto un romanzo necessario, il miglior libro dell’anno tra quelli inclusi nella longlist del Booker Prize secondo «The Guardian» e «The Independent». Amato dai librai indipendenti, è stato acclamato dalla critica. Con uno stile lirico e intenso, ripercorre la storia, il mito, la politica, le leggi per raccontare di donne che hanno precorso i tempi senza sottomettersi al pensiero comune e alle convenzioni sociali. È una perla da tenere sul comodino, da sfogliare quando qualcuno che conosciamo è costretto ad agire contro la propria volontà. Dopo averne letto qualche riga, la speranza ritroverà la strada.




Una quantità enorme di storie di donne, lesbiche femministe, coraggiose e non, italiane e non. 
Per tutte il primo passo è il cambiarsi il nome, nessuna si riconosce nel proprio, alcune volte il cambio del nome è dovuto alla fuga dalla famiglia e dagli abusi. Alcune sono famosissime, Lina Poletti studia all'università di Bologna con Pascoli e scrive la tesi su Carducci, Rina Faccio, scrittrice che poi diventerà Sibilla Aleramo, la mia amata Anna Kuliscioff, paladina del diritto femminile, madre non sposata della figlia di un anarchico, studia medicina quando nessuna donna lo fa e si specializza in febbre puerperale. Alcune non le conoscevo come per esempio Laura Stephen, una delle tante donne rinchiusa in un manicomio perché diversa dalle altre.
 Tutte lottano a modo proprio per i diritti delle donne, il voto, lo studio, la possibilità di agire e crescere come individui senza essere vendute in spose a colore che le avevano violentate. 
Il romanzo tratta donne di tutto il mondo, le donne inglesi che si ribellano per essere giudicate sui loro scritti quando contemporaneamente il governo non consente loro di essere istruite come i ragazzotti di Cambridge. 
La costante è l'amore per le Saffo e le arti in generale, che siano esse la pittura, Natalie Barney per esempio è stata la prima a partecipare a una lezione di pittura dal vivo con una modello nuda, oppure la recitazione anche se a volte in ruoli maschili. 
L'autrice cadenza la breve presentazione di queste figure femminili con pezzi di poesie di Saffo legati ad esse in qualche modo, dando al romanzo un idea di una quasi mancanza di struttura, invece di un fiume di coscienza, un vero e proprio fiume di amore saffico, una donna dopo l'altra e le loro relazioni tra loro. Le storie si concentrato tra Italia, Francia e Inghilterra, i paesi più prolifici in ambito artistico nel primo Novecento, tra fascismo e guerre, guance rosee e capelli al vento. 
Purtroppo per quanto il tema sia estremamente affascinante, la brevità dei racconti su ogni personaggio mi ha lasciato una sensazione di non averne conosciuto bene nemmeno uno. 
Mi è piaciuta la vena poetica di questo testo che evidentemente segue lo stile di Saffo stessa ma tende a sembrare un testo troppo accademico e senza una struttura portante.
Consigliato da leggere a tratti, per conoscere meglio le femministe e lesbiche del primo Novecento, ma anche solo per conoscere la condizione delle donne e le leggi che mancavano di proteggerle dall'essere considerate merce di scambio.

Durata totale della lettura:
 Quattro giorni

Bevanda consigliata:  Succo all'albicocca
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni


Non dimenticate di leggere anche le altre tappe del Review Party :)



" ...ogni volta che mettevamo da parte il verbo "impadronirsi", la nostra fuga era senza ritorno"


    

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

venerdì 15 marzo 2024

Recensione: Atalanta



 Atalanta

 di Jennifer Saint

 Editore: Sonzogno
 Prezzo: €19,90
 Pagine: 368
Traduzione a cura di: Alessandra De Vizzi
 
Quando il sovrano di Arcadia vede nascere una figlia femmina, anziché l’erede maschio che tanto desiderava, la sua decisione è immediata: la bambina sarà abbandonata a morire sulle pendici di una montagna. Ma il destino ha in serbo ben altro per la piccola Atalanta, che prima viene salvata e allevata da un’orsa e poi, una volta cresciuta, viene scelta dalla dea Artemide per vivere nella foresta insieme alle sue ninfe. La giovane diventa così un’abilissima cacciatrice, forte e veloce quasi quanto Artemide stessa. Scoprendo che un equipaggio di eroi, gli Argonauti, sta per imbarcarsi in una missione impossibile alla ricerca del vello d’oro, la dea decide di inviare Atalanta in suo nome, con un unico avvertimento: se si sposerà, condannerà la sua esistenza alla rovina. Ma la ragazza non teme alcuna sfida, ed è pronta a lottare contro il disprezzo dei suoi compagni di viaggio e del loro capo, Giasone, per dimostrare che anche le donne meritano di diventare leggenda. Dopo il grande successo di Arianna ed Elettra, Jennifer Saint ci regala un’eroina intensa, tenace e profondamente attuale, portandola per la prima volta alla ribalta con le sue paure e contraddizioni, il coraggio e la passione, la volontà di essere fedele alla dea che l’ha protetta e il desiderio di essere fedele a sé stessa e al proprio cuore. 




Atalanta è un personaggio della mitologia greca che conoscevo pochissimo e che in generale penso venga nominato molto poco. Artemide trova la piccola Atalanta da sola nella foresta di Arcadia dove era stata cresciuta da un orsa e dopo qualche anno l'affida alle ninfee perché la istruiscano. La bambina è un portento, impara a cacciare, sopravvivere, difendere ma ha soprattutto un talento incredibile nella corsa. 
La sua vita nella foresta circondata dalle ninfe si interrompe, però, quando Artemide le assegna il compito di partecipare alla spedizione di Giasone per rubare il vello d'oro e diventare la sua eroina. Atalanta che farebbe tutto per la sua dea, si unisce con grosse difficoltà alla spedizione, gli uomini non vogliono viaggiare con una donna e ovviamente non la ritengono all'altezza. 
Da parte sua Atalanta non ha alcuna esperienza di vita, gli unici simil-uomini che ha conosciuto sono i due centauri che han cercato di vioentarla e che ha ucciso con l'aiuto di Ippomene. 
Gli argonauti proseguono nel loro percorso cosparso di pericoli ma quello che più rende difficile il viaggio per Atalanta sono sia le occhiatacce dei compagni come Peleo che ancora non l'accettano a bordo, sia il fatto che questo squadrone di uomini semi divini si lascerebbe convincere da qualunque donna ad abbandonare la missione. 
 Da parte sua Artemide aveva solo dato una profezia alla sua pupilla, di non sposarsi per evitare di perdere se stessa. Meleagro però accompagna Atalanta durante tutto il viaggio, è un eroe forte e buono e il loro avvicinamento è inevitabile, nonostante lui sia sposato. Sia nel viaggio di andata che di ritorno, il romanzo ci racconta di tutte le avventure, magie e incontri incredibili in cui il gruppo si imbatte, il fascino della mitologia greca non si perde nonostante la scrittura sia leggera e semplice da leggere. Seguiamo Atalanta fino alla fine del suo viaggio di ritorno e alla sua rinascita personale. 
 Un epopea rivisitata in chiave moderna, Atalanta parla come un personaggio recente, è una donna forte, brillante indipendente e che, senza saperlo, perora la causa femminista lottando per avere il suo valore riconosciuto. Gli uomini non ci fanno una bellissima figura a parte un paio di casi speciali, tantomeno le dee Artemide e Afrodite, invidiose, rissose e incapaci di perdonare. 
Un romanzo che mi è piaciuto nella sua leggerezza, che consiglio a chi piace la mitologia e non ha voglia di un mattonazzo elaborato. 

Durata totale della lettura: 6 giorni
Bevanda consigliata: Succo d'arancia
Formato consigliato: Cartaceo
Website dell'autrice: Jennifer Saint
Consigliato a chi ha apprezzato: Elettra di Jennifer Saint



"Era così fiera e selvaggia, e io ero emozionata al pensiero che avesse scelto proprio me per ottenere la gloria che sarebbe derivata da quell’impresa. 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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